dal 13 al 15 marzo 2020

Si va in teatro per mettersi alla prova, e per superare una prova, da soli e insieme. Questo crea una vera fraternità. In teatro ognuno è di fronte all’altro, e non è da solo a dare il senso, bensì crea le condizioni per accogliere il senso, per risvegliare il senso.

Due punti di partenza per il nostro lavoro:

– ciascuno proporrà una cosa che gli viene bene
– qualcosa che invece gli riesce molto difficile o impossibile o che crede di non saper fare.

Il pubblico ama vedere la vulnerabilità e il fallimento. E noi siamo anche il pubblico. E infine: diventare attori anche fuori dal teatro, cioè testimoni sinceri del nostro tempo.

In teatro si può fluttuare, accettare lo slittamento d’identità, la metamorfosi, e accettare la diversità come fonte creativa. I gesti, le azioni, la voce, le posture, le parole, che nella quotidianità possono essere fonte di disagio o di ostacolo, nello spazio e nel tempo del teatro possono recuperare una dignità espressiva emozionante e potente. Per superare timori, pigrizie e difficoltà. Per scoprire che quello che faccio donandomi agli altri, può generare benessere in chi agisce e in chi guarda.

SILVIO CASTIGLIONI

Silvio Castiglioni, attore e ricercatore teatrale, è tra i fondatori del CRT, Centro di Ricerca per il Teatro, e del Teatro di Ventura. Ha lavorato tra gli altri con Raúl Ruiz, Mauricio Paroni de Castro, Renato Gabrielli, François Khan, Eugenio Barba, Katzuko Azuma, Leo de Berardinis, Sandro Lombardi e Federico Tiezzi. Dal 1998 al 2005 è stato direttore del Festival di Santarcangelo, e nel 2011/12 del CRT di Milano. Fra gli spettacoli realizzati, sono in repertorio: Casa d’altri (da Silvio D’Arzo), Domani ti farò bruciare (da Dostoevskij), Il vampiro (da J.W.Polidori), L’uomo è un animale feroce (da Nino Pedretti), Un po’ d’eternità (da Osip Mandel’štam).